Riproponiamo in questo spazio il decalogo sull’ascolto firmato da Peppina la volontaria che vi abbiamo fatto ascoltare a Per Carità! in collaborazione con la Caritas diocesana di Foligno nelle scorse puntate.

“La cosa di cui hanno più bisogno gli esseri umani è il desiderio sconfinato di essere ascoltati. Ascoltare, nel senso cristiano del termine, vuol dire incontrare, entrare in relazione dopo essersi accorti di chi ci sta accanto; è fare spazio, condividere, farsi carico di presenze, di situazioni, di silenzi, delle difficoltà presenti. L’ascolto è condizione necessaria per incontrare Dio, luogo di attenzione della prossimità. Ascoltare non è solo stare a sentire, ma saper utilizzare l’empatia per entrare in sintonia con l’altro.

(dal vademecum Caritas per i Centri di ascolto)

Prima de tutto tocca capì chi te sta a parlà

Poi tocca aprì bene le recchie e concentrasse

Tocca fa’ attenzione a chi s’ascorda, a quello che s’arcorda, a come se ascorda

Tocca usa’ pacenza e non fasse pija’ né dalla prescia né da li nervi se quillu che ascordamo nun ce piace o c’annoja

Non dà giudizi frettulusi chè unu se po’ anche sbajà

Tocca guardà come unu se move quanno te parla, se arghira l’occhi da quarche ardra parte, se sta fermo, se se guarda ‘ntorno, se parla e dice le cose a mezza vocca, se nun trova pace mentre parla

Non tocca avè prescia e interrompe unu perché magari c’hai da ji a fa spesa

Tocca movesse verso l’ardru, magari capì se c’ha visugnu de na’ parola, de na’ carezza, de n’ambraccicata, me metto cioè nda li panni de l’ardru

A la fine tocca capì se c’emo voja d’arvedesse o meno.